Alberto Lenzi
per il BENESSERE e la TUTELA ANIMALE

ottenuto il blocco della caccia alla volpe in tana nella provincia di Siena !

lenzialberto | Senza categoria | Apr 24, 2013| 5 Comments »

Come gruppo di lavoro PD Toscana tutela e benessere animale siamo molto soddisfatti del risultato politico ottenuto sul tema “blocco della caccia alla volpe in tana nella provincia di Siena”.

Un ringraziamento particolare va ai  nostri senatori PD che ci hanno appoggiato ufficialmente la nostra posizione, dimostrando nei fatti quanto il sentimento legato al benessere animale oggi sia presente nella sinistra italiana.

Questo successo ci sprona a promuovere nuovamente la nostra raccolta firme

http://www.change.org/it/petizioni/a-tutti-i-cittadini-toscani-sensibili-al-tema-benessere-e-rispetto-animale-contare-il-reale-numero-dei-cittadini-che-hanno-a-cuore-gli-animali

Di seguito uno degli articoli su blocco caccia volpi

http://www.geapress.org/caccia/siena-le-volpi-in-tana-sono-salve/44175

5 Responses to “ ottenuto il blocco della caccia alla volpe in tana nella provincia di Siena !”

  1. Vasco Citi

    Caro Lenzi,
    mi risulta che tu sia il titolare di un allevamento di setter gordon che prende il nome da tuo nonno, eccellente cacciatore.
    Nella presentazione che leggo direttamente dal sito del tuo allevamento si apprende che anche tu sia stato un cacciatore e un grande appassionato cinofilo.
    Com’è che, tutto ad un tratto, ti dimentichi delle tue origini e non senti minimamente il dovere di respingere lo stereotipo di cacciatore violento?
    Dovresti sapere perfettamente che la caccia non è assolutamente sovrapponibile alla violenza!
    Noto una grande contraddizione in tutto questo.
    Dovresti spiegare a tutti gli animalisti quale sia stato il tuo percorso, semplicemente per essere coerente.
    Capisco che questa sia una dote ormai diventata un optional, specie per i dirigenti del pd, che dopo aver preso i voti contro berlusconi hanno finito per farci un governo insieme.
    Non provi un minimo di imbarazzo in tutto questo?
    Saluto cordialmente e ringrazio.
    Vasco

  2. lenzialberto

    Caro Vasco io ho fatto l’obbiettore di coscienza, e avere un nonno cacciatore non e’ certo un imbarazzo.
    Amare una razza da caccia e’ come amare un leone!!! Saluti

  3. Vasco Citi

    Nel sito è riportato chiaramente che ti sei innamorato del setter gordon andando a caccia; non è specificato se con o senza fucile.
    Ne deduco che questo amore, oltre alla bellezza morfologica della razza, è derivato dalle doti venatiche tipiche del setter gordon.
    Esattamente come amare un leone, che oltre ad essere maestoso per la criniera ed elegante come i felini, diventa affascinante anche per le sue caratteristiche predatorie.
    Mi sento di darti un consiglio, proprio per salvaguardare la grandissima razza che allevi: non dimenticare di selezionare anche in funzione venatoria, altrimenti finiresti per produrre peluche che nulla avrebbero a che vedere con il gordon e la sua storia!!!
    Saluti.
    Vasco

  4. lenzialberto

    Essere andato da bambino a caccia con mio nonno (che adoravo come persona) non vuol certo dire che io ami la caccia e i fatti lo dimostrano. L’istinto dei miei cani e’ innato geneticamente ma fosse per me la caccia finirebbe anche domani! ! !

  5. Vasco Citi

    Caro Lenzi,
    ti posso garantire che oltre a tuo nonno, tanti altri cacciatori sono persone da adorare.
    Equiparare la caccia a persone deprecabili, come vedi, è un esercizio puramente ideologico.
    Essendo l’istinto predatorio innato geneticamente, credo sia sbagliato approcciarsi a questo tema con pregiudizio; nell’uomo culturalmente evoluto la caccia è un modo per vivere la natura e per preservare le specie selvatiche.
    Chi come tuo nonno era legato alla ruralità sa perfettamente che le cose stanno in questi termini.
    L’animalismo è una cultura nata e cresciuta nei contesti urbani, contesto nel quale non c’è alcuna conoscenza del ciclo biologico degli animali e delle loro reali esigenze.
    I cacciatori degni di tal nome sono i primi ad essere sensibili al tema del benessere animale, ma quello vero, quello che si preoccupa di costruire un ambiente sano, ricco di biodiversità, socialmente ricco e pieno di relazioni positive.
    Curarsi del benessere animale non significa far indossare il cappottino d’inverno al cagnolino, portarselo a letto o travolgerlo di affetto sdolcinato.
    Tutto questo è l’umanizzazione degli animali, che è un gravissimo errore culturale e scientifico.
    Mi perdonerai, ma io ho la sensazione che nella civiltà delle mode, questa nuova tendenza sia diventata una scorciatoia per fare carriera politica.
    Voglio anche precisare che questa tendenza ha origine nella cultura di destra, che storicamente le posizioni antivenatorie di natura “etica” hanno sempre svolto il compito di facilitare la privatizzazione della fauna selvatica, di favorire un’attività venatoria (giacchè questa rimarrebbe comunque) di carattere censorio e non più aperta a tutte le categorie sociali, in particolare per i meno abbienti.
    Non è infatti un caso che la paladina dell’animalismo in Italia è stata la Brambilla.
    Il fatto che il Pd e buona parte della sinistra italiana siano contagiati da questa cultura non è, come te sostieni, un elemento di positiva maturazione, quanto piuttosto la conferma di un grave smarrimento culturale.
    Gli esiti nefasti (sotto tutti gli aspetti) che il Paese sta vivendo ne sono una chiarissima testimonianza.

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