Alberto Lenzi
per il BENESSERE e la TUTELA ANIMALE

https://www.change.org/p/presidente-regione-toscana-e-presidente-del-consiglio-matteo-renzi-contiamoci-per-far-rispettare-di-pi%C3%B9-i-diritti-degli-animali-in-politica

 


REGIONALI 2015
La tutela degli animali: Un dovere di civiltà
Proposte Pd per i programmi e le politiche di Governo
In tema di benessere animale è ormai completamente avvenuta una profonda
trasformazione culturale, a livello nazionale ed europeo e il riconoscimento
degli animali come esseri senzienti, sancito dal Trattato di Lisbona, ne è la
dimostrazione più importante.
Una sensibilità diffusa e trasversale, che le politiche a livello nazionale,
regionale e locale stentano ancora a riflettere.
Pensiamo al recente acceso dibattito sui metodi sostitutivi ed alternativi alla
sperimentazione animale, o alla preoccupazione espressa dall’opinione
pubblica, per le conseguenze dell’introduzione di un meccanismo di non
punibilità per tenuità dell’offesa, sull’efficacia della legge 189/2004.
Anche quest’anno i dati del rapporto Eurispes segnalano che sono in aumento
nel nostro Paese vegetariani e vegani, oltre il 7% della popolazione, che l’82%
è contrario alla sperimentazione animale, l’86% è contrario all’utilizzo di
animali per la produzione di pellicce, il 65% è contrario all’utilizzo di animali
negli spettacoli.
Fatti e dati che rispondono in modo inequivocabile ai pochi che ancora
mettono in dubbio la legittimità di occuparsi del benessere degli animali
anche in tempi di crisi, immaginando, erroneamente, che la crisi economica
coincida con un’involuzione culturale su questo tema (o perfino che possa
giustificarla).
I dati del rapporto Eurispes 2014 confermano che la crisi economica non
influisce sulla sensibilità alla tutela del benessere degli animali, ormai
consolidata, ma sulla capacità di sostenere le spese necessarie al fabbisogno
nutrizionale, igienico e sanitario degli animali, a tutti gli effetti parte del
nucleo familiare per 4 italiani su 10. La compagnia di un animale non deve
diventare un lusso.
Non solo, quindi, come diceva Gandhi “la grandezza di una Nazione e il suo
progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”,
ma è anche del tutto evidente che coloro i quali sapranno meglio interpretare
questa sensibilità, intercetteranno larghissime fasce di consenso.
Avendo individuato alcune delle buone pratiche già in atto, con il
fondamentale contributo delle associazioni animaliste, abbiamo formulato
una serie di proposte concrete che possono tradursi in impegni da includere
nei programmi di Governo, per le imminenti elezioni regionali, ma anche in
suggerimenti che auspichiamo siano fatti propri dalle Giunte già in carica.2
BENESSERE ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL
RANDAGISMO
 Istituzione di un Garante regionale per i diritti degli animali, che operi
in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione, con
incarico di direzione regionale dei servizi veterinari ASL per quanto riguarda
la tutela del benessere degli animali al fine, fra le altre cose, di:
 realizzare un piano regionale per la tutela del benessere animale
 facilitare il coordinamento di pubbliche amministrazioni, province
e dagli enti locali regionali
 realizzare di un programma di prevenzione del randagismo che
preveda anche campagne di informazione ed educazione nelle
scuole e corsi di aggiornamento e formazione specifica per
personale e operatori che operano in questo ambito
 elaborare una relazione periodica sui livelli di tutela del benessere
animali e di attuazione delle misure di prevenzione del randagismo
(cfr. Piemonte: L. R. 6/2010, n. 6; Lombardia: L. R. 33/2009,
Titolo VIII);
 Promozione di progetti pilota finalizzati all’erogazione di prestazioni di
medicina veterinaria convenzionata in base al reddito dei proprietari e
per le categorie tutelate e, in attesa di un intervento normativo a livello
nazionale, di progetti pilota che introducano l’utilizzo di farmaci generici
per uso veterinario permettendo ai medici veterinari di evitare spese
onerose ai detentori di animali d’affezione nello scegliere la cura più idonea
per i propri pazienti (cfr. Toscana);
 Rafforzamento delle politiche relative al completamento, armonizzazione e
messa in rete delle banche dati dell’anagrafe canina regionale,
interoperativa con l’anagrafe nazionale, e all’apertura in via sperimentale
dell’anagrafe felina regionale;
 Incentivi alle adozioni, come già previsto da alcuni regolamenti regionali,
sotto forma di forniture di generi alimentari o prestazioni sanitarie
convenzionate, incluse quelle relative alla sterilizzazione. Istituzione di un
servizio online per promuovere e favorire l’affido e l’adozione dei cani
ricoverati, che fornisca tutte le informazioni relative agli animali adottabili;
 Adozione di un regolamento per l’istituzione di cimiteri per cani, gatti e
piccoli animali d’affezione (cfr. Toscana);
 Istituzione della Consulta regionale delle associazioni animaliste, per
chiederne il parere sui provvedimenti che riguardano il benessere degli
animali, con funzioni di proposta e stimolo.3
 Registrazione e censimento delle colonie feline e istituzione di un elenco dei
volontari che si occupino dell’accudimento delle colonie/oasi feline (Friuli
Venezia Giulia: L. R. 20/2012);
 Promozione di norme che favoriscano il libero accesso agli animali
d’affezione, accompagnati dal detentore, a tutti gli esercizi pubblici e
commerciali, ai locali e uffici aperti al pubblico, trasporti pubblici, spiagge,
parchi e giardini, nonché istituti di cura e case di riposo; (cfr. Friuli Venezia
Giulia: L. R. 20/2012)
 Promozione dell’individuazione, da parte degli enti locali e nell’ambito di
giardini, parchi, ed altre aree destinate a verde pubblico di spazi destinati
ai cani, dotati di adeguate attrezzature, dove possano muoversi, correre
e giocare liberamente, senza guinzaglio e museruola, sotto la sorveglianza del
responsabile (cfr. Valle D’Aosta: Legge regionale n. 37 del 22 novembre
2010);
 Promozione di progetti di pet therapy per riabilitazione, assistenza, percorsi
terapeutici e analoghe attività, anche presso strutture residenziali, istituti di
cura e carceri (cfr. Veneto: L. R. 3/2005);
BENESSERE ANIMALE NEGLI ALLEVAMENTI
 Promozione di programmi di formazione per operatori, allevatori, gestori
ed ispettori degli allevamenti;
 Promozione di programmi di riqualificazione degli allevamenti e di
implementazione di sistemi di allevamento a minor impatto, che
rispettino le caratteristiche etologiche delle varie specie;
 Promozione di programmi di riconversione di zoo e acquari e
allevamenti di animali da pelliccia in centri di recupero per animali
sequestrati;
SOSTEGNO ALLA RICERCA SU METODI SOSTITUTIVI ALLA
SPERIMENTAZIONE ANIMALE
 Promozione di progetti di ricerca che sviluppino metodi sostitutivi e
alternativi alla sperimentazione animale, promozione della creazione
di una banca dei tessuti nelle strutture ospedaliere (cfr. Lombardia).


Atto n. 3-01797 (in Commissione)

Pubblicato il 19 marzo 2015, nella seduta n. 413

GRANAIOLA
 , AMATI
 , CIRINNA’
 , DE CRISTOFARO
 , DE PETRIS
 , FABBRI
 , FASIOLO
 , FAVERO
 , GUERRIERI PALEOTTI
 , LO GIUDICE
 ,PAGLIARI
 , PETRAGLIA
 , PUPPATO
 , SILVESTRO
 , VALENTINI
 – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze. –
Premesso che:
sul sito internet di Expo 2015 nel documento “Termini e condizioni dei biglietti – Regole per i visitatori”, al punto 5.4, tra le regole più disparate alle quali dovranno sottostare i visitatori, c’è anche il divieto di accesso per gli animali da accompagnamento, esclusi i cani da guida per le persone non vedenti o altri cani da compagnia per specifiche ragioni mediche;
tale misura impedirà in misura consistente l’accesso all’esposizione di molti turisti italiani e stranieri che si spostano sempre di più con il loro animale da compagnia;
nella società italiana si sta affermando sempre di più la consapevolezza della ricchezza che gli animali domestici apportano alla vita dei propri padroni e all’intera comunità (cani per ciechi, cani in grado di riconoscere malattie, cani di compagnia per ammalati e anziani nelle strutture ospedaliere e nelle residenze sanitarie assistenziali, cani utilizzati nelle azioni di soccorso e di polizia, eccetera);
la scelta di vietare l’accesso ai cani nell’area di Expo 2015, si discosta in modo sbagliato e inopportuno dalla linea intrapresa da molte Regioni e Comuni italiani che hanno provveduto in questi anni a modificare i propri regolamenti per consentire agli animali da compagnia il libero accesso nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto;
la città di Torino ha adottato, per esempio, un esemplare “Regolamento per la tutela e il benessere degli animali in città” prevedendo che, nei locali aperti al pubblico e nei pubblici uffici, i cani tenuti con guinzaglio e museruola (eccetto quelli di piccola taglia portati in braccio) hanno libero accesso, salvo decisione contraria del responsabile della struttura, il quale deve giustificare tale limitazione sulla base di documentate motivazioni igienico-sanitarie, previa comunicazione scritta all’Ufficio tutela animali e mediante affissione di apposito cartello in modo visibile all’ingresso;
la Regione Toscana, con la legge recante “Norme per la tutela degli animali”, prevede il libero accesso agli animali a tutti gli esercizi pubblici e commerciali, nonché ai locali e uffici aperti al pubblico, per i cani accompagnati dai relativi proprietari o detentori;
la Regione Emilia-Romagna ha modificato la propria legge regionale “Norme a tutela del benessere animale”, aprendo agli animali anche le porte delle strutture di cura, pubbliche e private, al fine di suggellare il sentimento, ormai molto diffuso, secondo il quale gli animali d’affezione sono parte integrante del nucleo familiare;
tale legame affettivo riconosciuto è stato più volte riconosciuto anche dalla giurisprudenza con tanto di sentenze favorevoli al libero accesso del cane anche a strutture “sensibili”, come appunto una casa di cura;
per quanto riguarda Expo si potrebbe prevedere l’accesso imponendo l’obbligo del guinzaglio, della museruola o di qualsiasi altro dispositivo atto a garantire la sicurezza dei visitatori, così come l’obbligo da parte del proprietario di pulire ove eventualmente l’animale sporchi, ma non l’esclusione pregiudiziale degli animali da compagnia;
tale esclusione risulta sbagliata: perché offende una diffusa sensibilità riguardante la possibilità di portare con sé i propri animali da compagnia; perché il divieto di accesso agli animali domestici nei luoghi pubblici e privati è sempre meno diffuso; perché tale divieto limita la possibilità di moltissime persone di partecipare a eventi ed iniziative pubblici; perché molti turisti sono sempre più legati al proprio animale da compagnia e si muovono valutando e scegliendo le strutture o i luoghi di accoglienza che permettono l’accesso ai propri animali domestici; perché tale divieto sta generando polemiche sulla distinzione tra animali vivi che non potranno entrare all’Expo e animali morti che ne saranno invece i “protagonisti”,
si chiede di sapere quali misure intenda assumere affinché Expo 2015 SpA, azienda a totale partecipazione pubblica, rimedi a quella che ci si augura che sia soltanto una brutta svista, consentendo agli animali da compagnia di accedere alla manifestazione secondo opportune regole da stabilire o, in alternativa, quali misure intenda adottare, anche coinvolgendo il Comune di Milano, i privati che si sono offerti di mettere aree a disposizione e le associazioni animaliste, affinché siano previste nelle zone adiacenti aree attrezzate dove poter lasciare serenamente gli animali.


BOZZA INTERROGAZIONE PROPOSTA ALLE SENATRICI
CIRINNA’, AMATI, GRANAIOLA SU PROPOSTA DELLA RESP.TOSCANA FORUM MARZIA FONTNA ( GIA’ PROPOSTA NEL COMUNE DI AREZZO)

– Al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali
CONSIDERATO CHE:

  • Si ravvisa la necessità di tutelare le specie animali in conformità ai principi etici e morali della comunità;

  • Il circo con gli animali oggi non può più essere considerato uno “spettacolo culturale” bensì solamente il residuo folcloristico di una cultura ormai morta in cui il pubblico si divertiva alle spalle dello sfruttamento e sulla sopraffazione di esseri viventi, che dovevano e devono fare i conti con privazioni e sofferenze. Si sottolinea invece il valore sociale e ricreativo di uno spettacolo circense in cui vengano valorizzate soltanto le capacità tecniche e la maestria degli artisti, senza alcun ricorso all’impiego degli animali.

  • Lo spettacolo itinerante gode degli introiti pubblici derivanti dalla quota del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo). il Ministero per i Beni e le Attività culturali ogni anno elargisce agli spettacoli circensi cifre elevatissime. Altro strumento di finanziamento per le attività circensi con animali è costituito dalle risorse derivanti dall’estrazione del gioco del Lotto del mercoledì. La legge 662/96 stabilisce, infatti, che una parte degli utili debba essere destinato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali.Per il 2010 lo stanziamento riservato ai circhi è di oltre 6 milioni di euro. Da sottolineare che lo spettacolo circense con animali non sopravviverebbe senza tale contributo poiché non incontra più l’interesse dello spettatore. Tali risorse potrebbero essere utilizzate per altri capitoli di spesa soprattutto in un momento così difficile per il paese anziché utilizzate per finanziare sofferenza. Infine è da notare che lle notevoli cifre di denaro devolute in favore di questo genere di intrattenimento del pubblico non corrisponde un’azione di controllo efficace rispetto ai casi di maltrattamento e/o di acquisizione e impiego di animali appartenenti a specie protette ed esotiche, poiché la legge proibirebbe, in tali casi, l’erogazione di qualsiasi sostegno economico, ma ciò di fatto a volte non avviene.

  • sempre di più il pubblico Italiano si dichiara contrario al circo con animali, come evidente dall’ultimo sondaggio Eurispes in cui il 61,2% degli italiani ha dichiarato di non approvare per niente l’utilizzo degli animali negli spettacoli circensi e un ulteriore 25% li approva poco. Questo sentire comune si palesa ormai quasi ad ogni attendamento circense, attraverso sit-in e manifestazioni di protesta. È fondamentale ricordare e sottolineare che più di 1200 cittadini Aretini hanno firmato una petizione L.A.V. per chiedere “un circo senza animali”;

  • in numerosi Comuni italiani, tra i quali Bologna, Modena, Ferrara, Torino, Alessandria sono state approvate ordinanze o regolamenti il cui modello, adeguandosi alle valutazioni espresse dalla Commissione Scientifica CITES del Ministero dell’Ambiente “concede l’attendamento ai circhi che non detengano animali il cui modello gestionale non sia stato trovato incompatibile con la vita in una struttura mobile”. In Europa e in tutto il mondo sempre più paesi stanno portando avanti questa scelta di civiltà, bandendo gli animali dai circhi. Sono 18 i paesi che hanno vietato o fortemente ridotto gli animali nei circhi: Grecia, Bolivia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Polonia, Perù, Portogallo, Svezia, Singapore, Costa Rica, India e Israele. Leggi simili sono in discussione negli Stati Uniti, in Brasile, Regno Unito, Cile e Colombia. E la “civilissima” Italia?;

  • La maggior parte degli animali presenti nei circhi sono stati catturati nel loro ambiente naturale e strappati ai loro branchi e alle loro madri.  I metodi per la cattura sono sempre cruenti, a volte prevedono l’uccisione degli individui del branco più forti, che tenterebbero di difendere i propri cuccioli o gli altri componenti. Alla cattura segue un periodo di reclusione in cui gli animali sono stipati a bordo di navi e aerei senza acqua ne’ cibo per giorni. Lo stress e la mancanza di nutrimento fa sì che molti di loro muoiano durante il trasporto.

  • i maltrattamenti al circo esistono realmente. L’addestramento è crudele, le condizioni di vita degli animali ignorano totalmente il concetto di “benessere” e di “rispetto delle esigenze etologiche”. Tutto questo è documentato dalle denunce, dai sequestri e dalle condanne subite dai circhi, anno dopo anno;

  • che negli ultimi anni in Italia si sono verificati casi di maltrattamento sugli animali nei circhi o di irregolarità amministrative nella detenzione, che hanno portato a pronunce di condanna penale nonché sanzioni amministrative nei confronti dei titolari delle strutture con evidente aggravi di costi per le amministrazioni competenti per la gestione dei procedimenti e degli animali talvolta sequestrati.

  • le condizioni di detenzione degli animali nei circhi sono indicate come non idonee da autorevoli autorità scientifiche. La British Veterinary Association dichiara: “La BVA non ritiene che i bisogni relativi al benessere degli animali selvatici/esotici possa essere soddisfatto nell’ambiente dei circhi itineranti; particolarmente in riferimento alle sistemazioni e alla possibilità di esprimere un normale comportamento”. Altri ricercatori, hanno effettuato studi sugli animali del circo ed hanno concluso che: “i dati raccolti suggeriscono che specie comunemente detenute nei circhi sembrano essere le meno compatibili con la vita circense”;

  • la Commissione Scientifica CITES del Ministero dell’Ambiente (Prot. n. 34891 del 20.09.2011) riconosce che vi sono alcune specie la cui detenzione non è compatibile con una struttura itinerante.

  • Investigatori dell’Associazione inglese Animals’ Defender sono riusciti a farsi assumere come stallieri nel celebre circo di Mary Chipperfield e hanno documentato e filmato tecniche di addestramento brutali e crudeli: ripetute percosse con sbarre di metallo sul collo, sulla nuca e sulle orecchie fino a che gli animali non imparano gli esercizi, tigri e leoni bastonati per convincerli a passare nell’angusto tunnel metallico che conduce dalle gabbie alla pista, fruste e bastoni sempre presenti in scena per ricordare all’animale l’addestramento subito. L’addestramento degli animali del circo comincia fin da piccolissimi ed è mirato a strappare da loro ogni comportamento naturale, per piegarli alla volontà dei circensi, tramite la costante minaccia della morte da percosse.

  • Psicologi ed educatori esprimono motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei bambini di zoo, circhi in cui vengono impiegati animali. Esiste un documento promosso sostenuto e sottoscritto da oltre 600 psicologi sulle valenze antipedagogiche dell’uso degli animali dei circhi e in tale documento si legge:  “I sottoscritti psicologi esprimono motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano  pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei  bambini di zoo,  circhi e  sagre in cui vengono impiegati animali […] Tali contesti, lungi dal permettere ed incentivare la  conoscenza per la realtà animale, sono veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo sviluppo dell’empatia, che  è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia”

 

si chiede di sapere:

    • se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito;

    • se non ritenga di dover intervenire con urgenza al fine di evitare che soldi pubblici, ossia derivanti dalla contribuzione del popolo sovrano (che ricordiamo nella misura del 61,2% degli italiani dichiara di non approvare per niente l’utilizzo degli animali negli spettacoli circensi e quindi di non approvare il modo in cui vengono utilizzati i soldi derivanti dai propri sacrifici);

    • se non ritenga di doversi attivare con la massima sollecitudine, affinché nel nostro Paese, come nel resto delle altre nazioni europee, non venga consentita in futuro la partecipazione di animali alle manifestazioni circensi che li vedono come protagonisti;

ma soprattutto se non ritenga opportuno, in un momento in cui il lavoro sta subendo una reale contrazione e la cultura viene penalizzata in ogni sua forma, valutare il conferimento dei Fondi FUS ai soli circhi che decidono di assumere giovani artisti circensi usciti dalle relative accademie al fine di sostenere la vera arte circense, dando sbocchi occupazionali a giovani artisti da una parte e tutelando il benessere animale dall’altra, poiché ricordiamo l’animale non è compatibile con la vita itinerante ed è sottoposto ad ogni qualsivoglia maltrattamento nell’ottica dell’addestramento.


Ecco il lavoro presentato alla segreteria nazionale PD (a Valentina Paris) x le prossime elezioni regionali in Italia

REGIONALI 2015
La tutela degli animali: Un dovere di civiltà
Proposte Pd per i programmi e le politiche di Governo
In tema di benessere animale è ormai completamente avvenuta una profonda trasformazione culturale, a livello nazionale ed europeo e il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, sancito dal Trattato di Lisbona, ne è la dimostrazione più importante.
Una sensibilità diffusa e trasversale, che le politiche a livello nazionale, regionale e locale ancora stentano a riflettere.
Pensiamo al recente acceso dibattito sui metodi sostitutivi ed alternativi alla sperimentazione animale, o alla preoccupazione espressa dall’opinione pubblica, per le conseguenze dell’introduzione di un meccanismo di non punibilità per tenuità dell’offesa, sull’efficacia della legge 189/2004.
Anche quest’anno i dati del rapporto Eurispes segnalano che sono in aumento nel nostro Paese vegetariani e vegani, oltre il 7% della popolazione, che l’82% è contrario alla sperimentazione animale, l’86% è contrario all’utilizzo di animali per la produzione di pellicce, il 65% è contrario all’utilizzo di animali negli spettacoli.
Fatti e dati che rispondono in modo inequivocabile ai pochi che ancora mettono in dubbio la legittimità di occuparsi del benessere degli animali anche in tempi di crisi, immaginando, erroneamente, che la crisi economica coincida con un’involuzione culturale su questo tema (o perfino che possa giustificarla).
I dati del rapporto Eurispes 2014 confermano che la crisi economica non influisce sulla sensibilità alla tutela del benessere degli animali, ormai consolidata, ma sulla capacità di sostenere le spese necessarie al fabbisogno nutrizionale, igienico e sanitario degli animali, a tutti gli effetti parte del nucleo familiare per 4 italiani su 10. La compagnia di un animale non deve diventare un lusso.
Non solo, quindi, come diceva Gandhi “la grandezza di una Nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”, ma è anche del tutto evidente che coloro i quali sapranno meglio interpretare questa sensibilità, intercetteranno larghissime fasce di consenso.
Avendo individuato alcune delle buone pratiche già in atto, con il fondamentale contributo delle associazioni animaliste, abbiamo formulato una serie di proposte concrete che possono tradursi in impegni da includere nei programmi di Governo, per le imminenti elezioni regionali, ma anche in suggerimenti che auspichiamo siano fatti propri dalle Giunte già in carica.

BENESSERE ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO

•Istituzione di un Garante regionale per i diritti degli animali, che operi in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione, con incarico di direzione regionale dei servizi veterinari ASL per quanto riguarda la tutela del benessere degli animali al fine, fra le altre cose, di:

•realizzare un piano regionale per la tutela del benessere animale

•facilitare il coordinamento di pubbliche amministrazioni, province e dagli enti locali regionali

•realizzare di un programma di prevenzione del randagismo che preveda anche campagne di informazione ed educazione nelle scuole e corsi di aggiornamento e formazione specifica per personale e operatori che operano in questo ambito

•elaborare una relazione periodica sui livelli di tutela del benessere animali e di attuazione delle misure di prevenzione del randagismo (cfr. Piemonte: L. R. 6/2010, n. 6; Lombardia: L. R. 33/2009, Titolo VIII);

•Promozione di progetti pilota finalizzati all’erogazione di prestazioni di medicina veterinaria convenzionata in base al reddito dei proprietari e per le categorie tutelate e, in attesa di un intervento normativo a livello nazionale, di progetti pilota che introducano l’utilizzo di farmaci generici per uso veterinario permettendo ai medici veterinari di evitare spese onerose ai detentori di animali d’affezione nello scegliere la cura più idonea per i propri pazienti (cfr. Toscana);

•Rafforzamento delle politiche relative al completamento, armonizzazione e messa in rete delle banche dati dell’anagrafe canina regionale, interoperativa con l’anagrafe nazionale, e all’apertura in via sperimentale dell’anagrafe felina regionale;

•Incentivi alle adozioni, come già previsto da alcuni regolamenti regionali, sotto forma di forniture di generi alimentari o prestazioni sanitarie convenzionate, incluse quelle relative alla sterilizzazione. Istituzione di un servizio online per promuovere e favorire l’affido e l’adozione dei cani ricoverati, che fornisca tutte le informazioni relative agli animali adottabili;

•Adozione di un regolamento per l’istituzione di cimiteri per cani, gatti e piccoli animali d’affezione (cfr. Toscana);

•Istituzione della Consulta regionale delle associazioni animaliste, per chiederne il parere sui provvedimenti che riguardano il benessere degli animali, con funzioni di proposta e stimolo.

•Registrazione e censimento delle colonie feline e istituzione di un elenco dei volontari che si occupino dell’accudimento delle colonie/oasi feline (Friuli Venezia Giulia: L. R. 20/2012);

•Promozione di norme che favoriscano il libero accesso agli animali d’affezione, accompagnati dal detentore, a tutti gli esercizi pubblici e commerciali, ai locali e uffici aperti al pubblico, trasporti pubblici, spiagge, parchi e giardini, nonché istituti di cura e case di riposo; (cfr. Friuli Venezia Giulia: L. R. 20/2012)

•Promozione dell’individuazione, da parte degli enti locali e nell’ambito di giardini, parchi, ed altre aree destinate a verde pubblico di spazi destinati ai cani, dotati di adeguate attrezzature, dove possano muoversi, correre e giocare liberamente, senza guinzaglio e museruola, sotto la sorveglianza del responsabile (cfr. Valle D’Aosta: Legge regionale n. 37 del 22 novembre 2010);

•Promozione di progetti di pet therapy per riabilitazione, assistenza, percorsi terapeutici e analoghe attività, anche presso strutture residenziali, istituti di cura e carceri (cfr. Veneto: L. R. 3/2005);

BENESSERE ANIMALE NEGLI ALLEVAMENTI

•Promozione di programmi di formazione per operatori, allevatori, gestori ed ispettori degli allevamenti;

•Promozione di programmi di riqualificazione degli allevamenti e di implementazione di sistemi di allevamento a minor impatto, che rispettino le caratteristiche etologiche delle varie specie;

•Promozione di programmi di riconversione di zoo e acquari e allevamenti di animali da pelliccia in centri di recupero per animali sequestrati;

SOSTEGNO ALLA RICERCA SU METODI SOSTITUTIVI ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE
Promozione di progetti di ricerca che sviluppino metodi sostitutivi e alternativi alla sperimentazione animale, promozione della creazione di una banca dei tessuti nelle strutture ospedaliere (cfr. Lombardia).